mercoledì 5 marzo 2008

L’antiebraismo del cristianesimo antico

Versione 1.0

È usuale quanto impropria l’espressione antisemitismo che non è mai riferita a Babilonesi o Arabi, pure popoli semiti, ma solo agli Ebrei. Dovrebbe perciò dirsi “correttamente” antiebraismo e mai antisemitismo, ma ormai l’uso improprio del termine è così diffuso che è difficile sottrarvisi. L’antisemitismo è divenuto particolarmente malfamato per la sua attribuzione al nazismo, al quale vengono imputate tre diversi capi d’accusa nei confronti di Ebrei: a) discriminazione; b) persecuzione; c) sterminio o genocidio. Mentre non vi sono problemi storiografici per i primi due aspetti – assai frequenti e comuni anche ai nostri giorni –, per il terzo aspetto vi è aspra controversia, risolta “democraticamente” con l’incriminazione penale ed il carcere per quanti sostengo che non vi è mai stato uno sterminio degli ebrei ad opera dei nazisti soprattutto con l’impiego delle camere a gas. Ma è questione aperta non destinata a questo Blog.

È utile però osservare che se il cosiddetto antisemitismo nazista, che si vuole nettamente distinto da quello cattolico, ha un suo carattere essenzialmente razziale (völkisch), anziché religioso o politico, non vi è nessun motivo perché lo si debba limitare ai soli ebrei. Posta la superiorità di una sola razza, quella ariana, lo stesso discorso da un punto di vista nazista dovrebbe valere indistintamente verso tutte le altre razze e popoli della terra. Nutro però forti dubbi che sia questo l’approccio da cui poter partire se si vuol veramente comprendere ciò che storicamente è stato il nazismo, per il quale occorre risalire agli esiti funesti della prima guerra mondiale ed al fallimento di Weimar.

Diverso e più fondato è l’antiebraismo di matrice cristiano-cattolica, pur dovendosi tener presente che:
«L’Antiebraismo esistette anche in età precristiana, benché più per ragioni politiche e religiose che di razza (1): l’esclusivismo totale dell’Ebraismo, ma soprattutto la sua intolleranza religiosa, vennero percepiti subito come odium humani generis e dovettero rendere odiosi gle Ebrei – come in seguito i Cristiani – agli occhi dei Pagani così tolleranti in fatto di religione; infatti, la pretesa ebreo-cristiana, quale viene formulata in modo esemplare nel comandamento “Non avrai altro dio oltre me”, era del tutto estranea alla mentalità dei Pagani» (Deschner, c. 56, p. 380-381).

(1) Leipoldt, Antisemitismus in der alten Welt, passim. Idem, «Antisemitismus», in Reallexikon für Antike und Christentum, I, 1950, 469 sgg., Hyde. 101 sg. Allgeier, 319 sg. Anche H. Schmidt, Die Judenfrage, 20 sgg.
Da un punto di vista terzo, diciamo Pagano, non è chi non veda le maggiori affinità che non le differenze fra Cristiani e Giudei e vi sarebbe di che temere se si sommassero i rispettivi odi verso il mondo non giudeo-cristiano. Quanto agli Ebrei nel corso di tutta la loro storia di “odio” ne hanno avuto e ne hanno da vendere, ma oggi grazie ad una legislazione da paesi sconfitti che ci caratterizza brandiscono un supposto odio verso di loro, meritato o meno che sia, come una vera e propria arma con cui mandare in galera i loro avversari politici, religiosi, culturali. Tempi peggiori non potevamo vivere ed è paradossale dire che forse una liberazione potrà venirci da parte musulmana, la religione meno intollerante fra i tre monoteismi mediterranei.
(segue)

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