Parlando del nazismo, è abituale soffermarsi acriticamente su alcune sue caratteristiche. Una di queste è la responsabilità della guerra mondiale ed in particolare la teoria della guerra preventiva. Di recente, questa teoria è stata fatta propria ed applicata dal presidente americavo Bush. Per aver constatato ciò, una ministra tedesca è stata costretta alle dimissioni. L’altra caratteristica è l’antisemitismo, che occorre distinguere in tre momenti: discriminazione, persecuzione, sterminio. La tesi ufficiale, imposta per legge, è che sia esistito anche il terzo momento: lo sterminio mediante camere a gas. Esistono ricercatori che contestano la tesi dello sterminio, mentre certamente non negano l’esistenza di una discriminazione ed una persecuzione di cittadini ebrei. Il problema che qui intendiamo affrontare è il rapporto fra antisemitismo cristiano ed antisemitismo nazista. Riporto al riguardo un ampio brano di Deschner:
(segue)
(segue)
«…è lecito porsi la domanda: lo sterminio hitleriano degli Ebrei sarebbe stato possibile senza la costante attività agitatoria precedente della Chiesa contro gli Ebrei, durata oltre 1500 anni? Lo studioso cristiano F. W. Foerster (in una pubblicazione della casa editrice Herder) vede in Hitler “un prodotto diretto” di quell’antisemitismo cristiano, quale fu rappresentato dai cristiano-sociali austriaci... Del clero austriaco degli anni Trenta si potè scrivere che spesso non si distinse dalla propaganda nazista…: il vescovo di Linz Gfölner, per esempio, in una lettera pastorale del 21 gennaio del 1933 tuonò contro il “giudaismo pervertito”, lamentando il suo “influsso dannoso si quasi tutti gli ambiti della vita culturale moderna”, e facendo della lotta contro di esso “uno stretto dovere di coscienza per ogni cristiano convinto”; esortò inoltre a creare una digaDeschner prosegue su questo tono, ma non è adeguatamente sviluppato un punto di vista storico estremamente importante per la storia del XX secolo. Si è infatti trovato nel nazismo – di cui è dubbia la “gasazione” di ebrei, come invece Deschner recepisce acriticamente – il capro espiatorio di un fenomeno molto ma molto più antico e senza il cui precedente cattolico non sarebbe mai stato possibile. Gli equilibri politici del presente, del nostro presente, conducono spesso all’accreditamento ed all’ufficializzazione di tesi interpretative che tornano comodi per la conservazione dello status quo. Isolati pensatori e studiosi, amanti della verità e scevri da considerazioni politiche, svelano a pochi desiderosi di sapere quanto risulta chiaro ai loro occhi. In epoche passate, ad esempio ai tempi di Giordano Bruno e di Galileo Galilei, sappiamo quale sia stata la loro sorte. Oggi le cose sono un poco diverse, ma cambia soltanto la forma della repressione, non la repressione stessa. Che poi le vittime non fossero migliori dei loro carnefici e che l’antisemitismo abbia avuto nella storia cause non esclusivamente religiose ed ecclesiasiali, è altro discorso che faremo in diverso momento.“contro tutto il sudiciume e l’immorale torrente di fango che minacciavano di sommergere il mondo, provenienti prevalentemente dal Giudaismo“.Quando i Nazisti scatenarono l’antisemitismo con le parole e gli scritti, ci si ricordò che la Chiesa cristiana aveva nutrito fin dalla sua nascita l’odio contro gli Ebrei in innumerevoli trattati, prediche, epistole pontificie e decisioni conciliari? Quando nel 1938, nella “Notte dei cristalli”, in Germania 191 sinagoghe furono date alle fiamme e altre 76 demolite, ci si ricordò che i primi incendiari di sinagoghe erano stati vescovi e santi della Chiesa cattolica? Quando i Nazisti introdussero la stella di Davide e cominciarono a derubare gli Ebrei, a porli al bando e a gasarli, ci si ricordò che già la cristianità medievale li aveva contrassegnati negli abiti, li aveva privati dei loro averi, li aveva scacciati da molte comunità e paesi, li aveva cacciati nei ghetti e li aveva assassinati a migliaia e migliaia?…» (Deschner, cap. 58, p. 397-98.
(segue)
(segue)
Nessun commento:
Posta un commento