Versione 1.2
Sono qui elencate le opere da cui attingerò per estratti e citazioni, base di ulteriori ricerche e della massima personalizzazione possibile. Il tema è da da richiedere una sterminata erudizione. Non può essere impresa di un singolo. Occorre rifarsi al lavoro di molti, cercando di far apparire in una luce unitaria uno sforzo costante nel tempo. I nostri veri martiri ed eroi, spesso ignoti e sconosciuti, sono quanti nei secoli hanno conosciuto il carcere, l’emarginazione, la morte con infamia. Se si dovesse porre a confronto in numero e la qualità di questi “martiri” con quelli celebrati con questo nome, se ne scoprirebbero delle belle. E le scopriremo con il tempo e la pazienza che la ricerca comporta. Un vantaggio non da poco è costituito dalla possibilità di rivedere continuamente una scrittura di getto. I miei testi sono sempre migliorabili e perfezionabili ed a ciò, se lo vorranno, potranno contribuire i lettori con le loro segnalazioni ed indicazioni, oltre che con le loro critiche, che troveranno da noi sempre accoglienza.
Sommario: K. Deschner: “Il gallo cantò ancora. Storia critica della Chiesa”. – 2.
1.
Deschner. – Non ho ancora finito di leggere l’edizione italiana di Karlheinz Deschner,
Il gallo canto ancora. Storia critica della Chiesa, di pagine 544 (in corpo piccolo), edito da Massari ed acquistabile alla modica somma di euro 18,59.

Ho però subito capito che è il libro da cui muovere per la ricerca che avevo in mente quando ho creato questo blog. Non mi stupisce il
fuoco di sbarramento comprensibilmente rivolto contro la sua opera e ne terrò conto. Ciò che a me qui interessa è trarre uno spunto che vuole essere il più personale possibile. Gli si rimprovera la “criminalizzazione” del cristianesimo, o meglio del cattolicesimo, come se i roghi delle streghe e degli eretici fossero stati una sua invenzione e non eventi innegabili che parlano da soli. Infatti, è tipico della pubblicistica cattolica, di tutti i suoi innumerevoli avvocati, l'asserto che anche i peggiori crimini si spiegano in una logica salvifica: la chiesa è sempre santa qualsiasi cosa faccia. E finché vi saranno persone pronte ad accogliere simili spiegazioni, la formidabile struttura di potere che dura da millenni continuerà a durare nei secoli. Il nostro obiettivo non è del resto l'anticlericalismo, ma ha come suo scopo un processo di liberazione interiore attraverso la depurazione degli infiniti pregiudizi a proposito del cattolicesimo che sono stati nel tempo depositati nella nostra testa ad opera di tutte le strutture educative, rigidamente sottoposte al potere politico e controllate capillarmente dalla stessa chiesa cattolica. Se saremo riusciti a sapere ed a capire, il nostro scopo sarà stato raggiunto. Ognuno di noi è responsabile del suo destino, specialmente in fatto di conoscenza e percorsi formativi. La nostra ricerca è pubblica ed ognuno vi potrà liberamente attingere. Non è assolutamente nostra intenzione far perdere la fede e la devozione alle anime pie. Al contrario è nostra intenzione liberarci concettualmente del concetto stesso di “fede”, una delle tante assurdità che popolano il modo di pensare cattolico. In questa strada confido che Deschner potrà essere di aiuto, ma non sarà e non dovrà essere il solo. Egli stesso ne è ben consapevole. Si legge in quarta di copertina:
«Non è un caso che in Italia questo libro non sia mai stato tradotto, né fatto conoscere in altra maniera. Troppo radicale, infatti, è la critica e troppo documentate le argomentazioni con le quali Deschner smantella uno ad uno i miti e i falsi dogmi del pensiero clericale antico e moderno. Ma la ricerca della verità, per quanto scomoda, costituisce un dovere fondamentale dell’uomo, anche quando l’impresa puà apparire impari: per costruire l’attuale potere temporale e spirituale della Chiesa cattolica ci son voluti quasi duemila anni di soprusi, sotterfugi e falsificazioni sistematiche e non sarà certo la verità documentaria contenuta in un libro a smantellare un simile apparato».
Addirittura, un congresso di storici si è appositamente riunito per criminalizzare l'opera stessa di Deschner, con raffigurazioni come la seguente, leggibile in Wikipedia:
«Deschner non conosce alcuno studio delle fonti, dimostra una scelta della letteratura estremamente unilaterale, interpreta le fonti senza considerarne il contesto, tratta singoli eventi come se fossero la totalità e simula un apparato erudito di note nel quale spesso non è possibile verificare ciò che viene affermato [...] Deschner è colto, ma certamente gli mancano un pensiero e un giudizio storici”…».
Ma è lo stesso Deschner a metter in guardia contro la sua stessa opera, che non ambisce a quel dogmatismo che è l’essenza stessa del cattolicesimo. Scrive Deschner nella Postfazione al suo “gallo che canta”:
«A questo io esorto: in primo luogo alla studio della letteratura protocristiana, specie della Bibbia, la cui lettura la Chiesa, per quanto oggi la sostenga, non a caso a proibito per secoli al popolo… Quindi si studi la letteratura di commento, e cioè i lavori dei teologi storico-critici che di quelli cattolici o protestanti tradizionalisti. Io non incito, dunque, allo studio della scienza anticristiana. Al lettore che diffidi della mia esposizione basterà dare uno sguardo a uno-due libri di teologi cristiani storico-critici – ad esempio Rudolf Bultmann, Martin Dibelius, Martin Werner, carl Schneider, Hans Konzelmann o Fritz Buri – e confrontarli con le opere di teologi conservatori e di storiografi della Chiesa. Raccomando in modo particolare la lettura di opere cattoliche, col presupposto tuttavia che siano confrontate almeno con alcune opere dei loro avversari. Non è mai possibile convincersi al meglio della verità storica se non mediante simili raffronti…».
Ed è esattamente ciò intendiamo fare nei limiti delle nostre possibilità. Un lavoro collettivo sarebbe quanto mai opportuno, ma non è facile trovare collaborazioni funzionanti e produttive.
(segue)