Sono finito nell’indirizzario di Magna Carta perché avevo dato la mia email in occasione del convegno sulla “democratizzazione forzata” del paesi mediorientali, un ignobile ed infame convegno volto a preparare l’opinione pubblica italiana ed europea ad una nuova guerra contro l’Iran, caratterizzata dalle stesse menzogne che hanno preceduto la guerra contro l’Iraq, che è costata qualche milione di morti. Adesso l’Occidentale di Quagliarello si distingue per una nuova bravata. Pensa di chiamare a raccolta il conformismo accademico italiana, per firmare un appello tanto sciocco quanto mistificatorio dei fatti. Ho da poco aperto la posta ed è tardi e sono stanco. Non posso scrivere perciò con l’abituale fluidità. Non voglio tuttavia indugiare a rispedire al mittente l’Appello che ho ricevuto e che riporto subito di seguito. Ad esso segue la mia risposta che è stata spedita alla Redazione dell’Occidentale. Vedo però che lo stesso testo è pubblicato nel blog dell’ineffabile Giorgio Israel, che con l’occasione combatte una nuova battaglia, dopo che Odifreddi gli ha ricordato le suo occupazione nel foglio parafascita «Informazione Corretta». Ne è seguita una divertente diatriba per i quali rinvio i lettori di questo blog ad altro mio sito. Qui ora l’ignobile testo lanciato da suppongo Quagliarello, con il quale mi compiaccio di trovarmi nello stesso partito di FI per potermi a lui contrapporre:
L’università non può arrendersi.[Appunto, non intendo arrendermi davanti ai vostri attacchi sanfedistici!]
Il bavaglio degli studenti, [quale bavaglio? degli studenti o «agli» studenti¡] la voce dei docenti [quale voce? Quella di Quagliarello dalla Luis o la mia dalla “Sapienza”? Non esiste per tutti la libertà di insegnamento in questo Paese governato dal Vaticano?]
Respingo al mittente il vostro appello e confermo la mia piena solidarietà ai 67 Colleghi di Fisica. Restano per me incomprensibili i motivi che hanno indotto il Rettore Guarini ad affidare al Pontefice quella ”Lectio magistralis” che per consolidata tradizione è sempre stata tenuta da un docente della stessa Sapienza. Tutti i giorni diversi dall’inaugurazione dell’anno accademico restano disponibili per docenti visitatori provenienti da ogni parte del mondo. In un contesto adeguato possono certamente parlare alla Sapienza i rappresentanti di ogni credo religioso. Se tanto lo desidera Sua Santità, sono ben lieto di ospitare una sua lezione nell’ambito dei miei seminari: è falso che non lo si voglia far parlare nel mio Ateneo. Un’università laica come la Sapienza non è tuttavia il luogo adatto per chi vuol fare apostolato. Da Studente per fruire di un insegnamento autenticamente laico scelsi nel lontano 1970 di immatricolarmi alla “Sapienza” invece che in uno dei numerosi istituti cattolici esistenti nella Capitale. Come Docente conservo la stessa idea di laicità che mi fu trasmessa quando ero Studente.QUESTO E' UN APPELLO PROMOSSO DA UN GRUPPO DI DOCENTI UNIVERSITARI.
CHI VUOLE ADERIRE E' PREGATO DI FARLO AL SITO DE L'OCCIDENTALE E DI INVITARE AMICI E COLLEGHI A FARLO
http://www.loccidentale.it/ (oppure cliccando direttamente sul titolo)
Che Benedetto XVI sia stato costretto a rinunciare a tenere il suo discorso durante l’inaugurazione dell’anno accademico all’Università “La Sapienza” di Roma è un fatto di gravità inaudita. È un’offesa per tutti coloro che hanno a cuore la concordia civile nel nostro Paese, che credono nella laicità delle istituzioni e che proprio per questo difendono come una preziosa risorsa civile il diritto della religione a esprimersi nello spazio pubblico. Ma il fattaccio de “La Sapienza” costituisce soprattutto un’offesa all’Università, allo spirito di libertà, verità, dialogo e tolleranza che dovrebbe animarla; è il segno di una crisi, sulla quale si dovrebbe aprire una grande discussione pubblica. Non è ammissibile che “La Sapienza” sia potuta diventare, anche se solo per un giorno, il luogo della più intollerante ideologia, né sono ammissibili certi penosi tentativi di sminuire l’accaduto, quasi che si sia trattato di una goliardata qualsiasi. Non doveva accadere. Si doveva fare in modo che non accadesse. Punto.
Unendoci a tutti coloro, moltissimi, che in questi giorni hanno fatto sentire a Benedetto XVI la loro vicinanza e solidarietà, riteniamo che ci sia comunque un modo per riparare, almeno in parte, all’offesa che gli è stata arrecata: è quello di prendere sul serio le parole che avrebbe voluto rivolgere di persona all’intera comunità accademica della Sapienza. Sono parole che denotano una grande passione per l’uomo, per la verità e per la libertà. È precisamente questa passione che tutti, professori e studenti, dobbiamo ritrovare. L’Università deve tornare a interrogarsi seriamente su se stessa, sul senso della sua missione, sul contributo che ha saputo dare al dispiegamento di una cultura politica laica e pluralista; non può arrendersi, direbbe Benedetto XVI, “davanti alla questione della verità”, altrimenti sarà sempre esposta al pericolo che certi tristi episodi come questo possano verificarsi di nuovo.
primi firmatari:
Elena Aga Rossi — Università de L'Aquila e Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione
Sergio Belardinelli — Università degli Studi di Bologna
Marco Bersanelli — Università Statale di Milano
Giancarlo Cesana — Università degli Studi di Milano Bicocca
Valentina Colombo — Institute for Advanced Studies di Lucca
Luigi Compagna — LUISS - Libera Università degli Studi Sociali "Guido Carli"
Raimondo Cubeddu — Università degli Studi di Pisa
Marcello Fedele — Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
Bruna Ingrao — Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
Giorgio Israel — Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
Assuntina Morresi — Università degli Studi di Perugia
Paola Navotti — Università degli Studi di Milano Bicocca
Giovanni Orsina — LUISS - Libera Università degli Studi Sociali "Guido Carli"
Gaetano Quagliariello — LUISS - Libera Università degli Studi Sociali "Guido Carli"
Lucetta Scaraffia — Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
Luigi Ventura — Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
Victor Zaslavsky — LUISS - Libera Università degli Studi Sociali "Guido Carli"
Giudico infame e vergognoso il linciaggio mediatico di questi giorni che confermano soltanti i miei sospetti sulla natura del tentativo. La gran cagnara ad arte orchestrata non mi intimidisce e rivendico il mio diritto a non essere cattolico: chi vuol esserlo lo sia, ma si lasci me in pace nella quiete dei miei studi.
Durante il fascismo furono solo 12 professori che rifiutarono il giuramento al regime. Adesso per lo meno sono stati in 67: la mia firma è mancata per non averlo io saputo in tempo, ma posso ben aggiungerla adesso. Se anche mai la stragrande maggioranza dei Colleghi del mio Ateneo aderisse al vostro vergognoso appello, io andrò fiero per non averlo fatto: et si omnes ego non!
Vedo tuttavia tra i vostri primi firmatari anche in nome di tal Giorgio Israel, redattore della testata sionista che nello scorso anno si è distinta per l’infame censura di Robert Faurisson presso l’università di Teramo. Fu quella vera, oggettiva, indiscutibile negazione della libertà di parola che resta autentica vergogna nella storia dell’università italiana. Cosa facevate allora illustri o miei illustri signori che vi ergete adesso a difensori della libertà di parola… del Papa! Fate ridere.
Respingo al mittente con sommo sdegno il vostro appello!
1 commento:
Condivido e sottoscrivo. Aggiungerei una considearzione. I miti e le favole non hanno il peso della scienza.
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