sabato 3 aprile 2010

Nuove battute di un dialogo assurdo. Pedofilia come pretesto per un attacco alla Chiesa cattolica.

La Storia continua.

Non mi ritraggo dalle mie posizioni di condanna della pedofilia da parte di ecclesiastici cattolici su cui vi era stato un acceso dibattito che avevo seguito, che mi aveva indignato ed infuriato. Vi è poi tutto un problema annoso riguardante la sessualità nell’ambito della dottrina cattolica. Sono temi che da allora non ho ripreso né approfondito. Non ho oggi maggiore interesse all’argomento di quanto non ne avessi prima. Ben altri e più gravi mi appaiono oggi i problemi, anche se dispiace sempre sentire certe notizie. Ma qui ora sorgono altre questioni che si nascondo dietro la giusta denuncia di casi di pedofilia, i cui dettagli non ho seguito né mi interessa più seguire.

Mi appare invece sempre più chiara la pretestuosità degli attacchi ebraici alla chiesa cattolica, che subisce in nome di un dialogo che farebbe meglio ad interrompere una volta per tutte. Un dialogo del tutto improduttivo e privo di scopi. Gli ebrei vogliono restare ebrei? E chi glielo impedisce? Non vogliono convertirsi al cristianesimo? E chi li obbliga? Per fortuna, è passato il tempo in cui non tanto gli ebrei quanto interi popoli venivano convertiti di autori al cristianesimo per volere sovrano. Sono passati i secoli di passaggio dalla religione antica che fu dei greci e dei romani, i cosiddetti “gentili” o “goym”, alla nuova religione cristiana, che proprio in ragione della sua universalità operava anche un diffuso sincretismo, il più noto dei quali lo si ravvisa forse nella liturgia del Natale, la principale festività cristiana, che coincide nella data con la festiva del Sole che rinasce.

Mi hanno spiegato eminenti teologi che anche io sono un “cattolico”, essendo stato battezzato e cresimato, e mai formalmente “scomunicato”, convinzioni intimamente religiose e dommatiche a parte. Ho perciò forse titolo a qualche opinione al riguardo dell’ennesima campagna di indignazione da parte ebraica contro papa, preti, gerarchia e fedeli cattolici. A me sembra che dal papa in giù tutti dovrebbero rispondere per le rime all’ennesima ingerenza ebraica in munere alieno. Non è affare di rabbini la proclamazione dei santi cattolici, la remissione della scomunica a Williamson, le preghiere dei preti, la liturgia cattolica ed altro ancora. Ciò che trovo inspiegabile non è la protervia e arroganza ebraica, ma la remissività cattolica.

Poiché i conti non tornano, se appena fatti alla luce del sole, occorre sospettare che vi sia dietro qualcosa. Faccende finanziarie? ricatti? Cosa? Un dialogo può aver senso, quando vi sia qualcosa in comune e si tenda a qualcosa che interessi entrambi. Ma qui siamo agli antipodi. La fratellanza, se ve ne è una, è quella di Caino ed Abele. Mi pare che Caino fosse il fratello “maggiore”. Dio ce ne scampi! Già! È problema è forse tutto qui. Non è più possibile neppure parlare. Basta un paragone, una metafora, un’allegoria non gradita e si scatena un’incredibile, assurdo ed osceno putiferio. L’Unicità è imparagonabile. Pretende un copyright sul vocabolario ed il linguaggio.

I Dogmi e i Miti ebraici pretendono una sacertà ed un’autorevolezza che quelli cattolici forse non hanno mai avuta in tutto l’arco della loro storia, se nell’assorbimento sincretistico includiamo la logica classica, che poneva al riparo da assurdità come quelle a cui assistiamo in questi giorni, dove gli ebrei non lasciano in pace neppure la celebrazione della Pasqua cristiana nella massima basilica romana dopo San Pietro, cioè la Basilica del Laterano. Nei commenti di questi giorni, a proposito di una predica – i preti manco più predicare li lasciano! –, quello di padre Cantalamessa (che nome!), ho trovato quanto mai offensivo ed insultante la distinzione fra “pochi” fedeli “tradizionalisti”, che pensano come i cattolici hanno pensato per duemila anni, e non so quale maggioranza di nuovi fedeli che l’avrebbero bevuta la novità degli ultimi tempi, una novità sempre più fa perdere la devozione a chi ancora ne aveva conservata qualche briciolo.

In realtà, è sempre più evidente un attacco profondo alla Chiesa cattolica, il cui edificio millenario sembra stia sgretolando, se davvero si stravolgono quelli che sembravano i cardini della dottrina. A parte la critica strettamente storico-esegetica, che è cosa che va per i fatti suoi, ma fra poco ci verranno a dire che la figura religiosa di Cristo in Croce è morta di raffreddore, o che si è meritata la condanna da parte giudaico-romana. E magari pretenderanno che tutti dobbiamo farci circoncidere.

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