Leggo la notizia che si trova a questo link e ne redigo un commento, spero abbastanza rispettoso per una persona con la quale ho in effetti avuti rari rapporti di colleganza, mai però disgiunti da cordialità e simpatia. Intendo Lorenzo Ornaghi,
non certo Giorgio Israel, che per fortuna non ho mai incontrato e del quale non potrei dire assolutamente le stesse cose. Giunge nel frattempo assai opportuno un Comunicato interno del rettore Guarini, dove si riscostruiscono minutamente le diverse fasi della vicenda. La ricostruzione potrà essere oggetto di contestazione e critica, ma il Comunicato da il senso di una riconciliazione interna della comunità, per fortuna laica, della Sapienza. Quanto della mancata allocuzione del capo di Stato in visita alla Sapienza è cosa di cui anche io mi riservo il commento in un mio prossimo seminario alla Sapienza, e di cui darò interpretazione diversa di quella che sembra dare l'amico Lorenzo, suffragato Giorgio Israel, di cui non è ben chiaro in quale veste parli. Di certo, la sensibilità per la Verità, ammesso che ve ne sia una e che abbia senso l'idea stessa di verità, non è cosa che conduca necessariamente al bacio della mano, rivestendo per giunta la carica di rettore di una università degli studi. Di certo la cosa è prevedibile se l'università si dice fin dal suo titolo "Cattolica”. Ed era proprio per questo che da Studente avevo voluto evitare l'iscrizione ad università che avessero simili titoli ambigui.
Non posso dire di aver avuto una grande conoscenza con Lorenzo Ornaghi, ma ne ricordo diversi momenti di una splendida carriera della quale non sono invidioso e che anzi plaudo con simpatia. Ho visto l'ultima volta Lorenzo Ornaghi da lontano alla Sala Nervi il giorno della visita di Blair, che pare proprio quel giorno si fosse convertito al cattolicesimo. Noi eravamo lì, aspettando che finisse la conversione, per celebrare l’evento finale del pluriconvegno romano su “umanesimo e cristianesimo”. Solo per ragioni turistiche io ero presente in Sala Nervi, dove era mai stato prima. Il biglietto mi era stato dato da un cugino, docente cattolico organizzatore di uno dei 49 convegni. Ho potuto vedere una folla di persone in fila per il baciamano. Fra questi, ma assai distante, ho potuto riconoscere l’«amico» Lorenzo Ornaghi, che baciava la mano del papa, una cosa che mai in vita vita ho immaginato di poter fare. Ed è forse questa probabilmente una delle ragioni che nella mia vita non mi ha consentito di far carriera, oltre alla mia congenità refratterietà all'idea stessa di carriera.
Sulla progettata visita del Papa alla Sapienza resto del parere già espresso e non mi riconosco per nulla nelle posizioni di Giorgio Israel, peraltro noto ebreo di «Informazione Corretta» che mi immagino di vedere presto in qualche presa di posizione contro ratzinger in ragione della recente riforma della liturgia. Il caro Lorenzo non ha trovato di meglio per far rappresentare la Sapienza alla “sua” Cattolica. Mi chiedo come mai una università si possa chiamare “Cattolica”. Per me contrasta con l'idea stessa di una università degli studi che in quanto tale dovrebbe essere necessariamente aconfessionale. Ma esistono forbiti intellettuali che hanno fatto ormai entrare nel lessico corrente i rapporti fra Fede e Ragione. Sono perciò possibili intitolazioni che ad una mente non illuninate dalla Fede paiono un controsenso.

Non posso dire di aver avuto una grande conoscenza con Lorenzo Ornaghi, ma ne ricordo diversi momenti di una splendida carriera della quale non sono invidioso e che anzi plaudo con simpatia. Ho visto l'ultima volta Lorenzo Ornaghi da lontano alla Sala Nervi il giorno della visita di Blair, che pare proprio quel giorno si fosse convertito al cattolicesimo. Noi eravamo lì, aspettando che finisse la conversione, per celebrare l’evento finale del pluriconvegno romano su “umanesimo e cristianesimo”. Solo per ragioni turistiche io ero presente in Sala Nervi, dove era mai stato prima. Il biglietto mi era stato dato da un cugino, docente cattolico organizzatore di uno dei 49 convegni. Ho potuto vedere una folla di persone in fila per il baciamano. Fra questi, ma assai distante, ho potuto riconoscere l’«amico» Lorenzo Ornaghi, che baciava la mano del papa, una cosa che mai in vita vita ho immaginato di poter fare. Ed è forse questa probabilmente una delle ragioni che nella mia vita non mi ha consentito di far carriera, oltre alla mia congenità refratterietà all'idea stessa di carriera.
Sulla progettata visita del Papa alla Sapienza resto del parere già espresso e non mi riconosco per nulla nelle posizioni di Giorgio Israel, peraltro noto ebreo di «Informazione Corretta» che mi immagino di vedere presto in qualche presa di posizione contro ratzinger in ragione della recente riforma della liturgia. Il caro Lorenzo non ha trovato di meglio per far rappresentare la Sapienza alla “sua” Cattolica. Mi chiedo come mai una università si possa chiamare “Cattolica”. Per me contrasta con l'idea stessa di una università degli studi che in quanto tale dovrebbe essere necessariamente aconfessionale. Ma esistono forbiti intellettuali che hanno fatto ormai entrare nel lessico corrente i rapporti fra Fede e Ragione. Sono perciò possibili intitolazioni che ad una mente non illuninate dalla Fede paiono un controsenso.