giovedì 7 febbraio 2008

Il bacio della mano

Versione 1.0

Leggo la notizia che si trova a questo link e ne redigo un commento, spero abbastanza rispettoso per una persona con la quale ho in effetti avuti rari rapporti di colleganza, mai però disgiunti da cordialità e simpatia. Intendo Lorenzo Ornaghi, non certo Giorgio Israel, che per fortuna non ho mai incontrato e del quale non potrei dire assolutamente le stesse cose. Giunge nel frattempo assai opportuno un Comunicato interno del rettore Guarini, dove si riscostruiscono minutamente le diverse fasi della vicenda. La ricostruzione potrà essere oggetto di contestazione e critica, ma il Comunicato da il senso di una riconciliazione interna della comunità, per fortuna laica, della Sapienza. Quanto della mancata allocuzione del capo di Stato in visita alla Sapienza è cosa di cui anche io mi riservo il commento in un mio prossimo seminario alla Sapienza, e di cui darò interpretazione diversa di quella che sembra dare l'amico Lorenzo, suffragato Giorgio Israel, di cui non è ben chiaro in quale veste parli. Di certo, la sensibilità per la Verità, ammesso che ve ne sia una e che abbia senso l'idea stessa di verità, non è cosa che conduca necessariamente al bacio della mano, rivestendo per giunta la carica di rettore di una università degli studi. Di certo la cosa è prevedibile se l'università si dice fin dal suo titolo "Cattolica”. Ed era proprio per questo che da Studente avevo voluto evitare l'iscrizione ad università che avessero simili titoli ambigui.

Non posso dire di aver avuto una grande conoscenza con Lorenzo Ornaghi, ma ne ricordo diversi momenti di una splendida carriera della quale non sono invidioso e che anzi plaudo con simpatia. Ho visto l'ultima volta Lorenzo Ornaghi da lontano alla Sala Nervi il giorno della visita di Blair, che pare proprio quel giorno si fosse convertito al cattolicesimo. Noi eravamo lì, aspettando che finisse la conversione, per celebrare l’evento finale del pluriconvegno romano su “umanesimo e cristianesimo”. Solo per ragioni turistiche io ero presente in Sala Nervi, dove era mai stato prima. Il biglietto mi era stato dato da un cugino, docente cattolico organizzatore di uno dei 49 convegni. Ho potuto vedere una folla di persone in fila per il baciamano. Fra questi, ma assai distante, ho potuto riconoscere l’«amico» Lorenzo Ornaghi, che baciava la mano del papa, una cosa che mai in vita vita ho immaginato di poter fare. Ed è forse questa probabilmente una delle ragioni che nella mia vita non mi ha consentito di far carriera, oltre alla mia congenità refratterietà all'idea stessa di carriera.

Sulla progettata visita del Papa alla Sapienza resto del parere già espresso e non mi riconosco per nulla nelle posizioni di Giorgio Israel, peraltro noto ebreo di «Informazione Corretta» che mi immagino di vedere presto in qualche presa di posizione contro ratzinger in ragione della recente riforma della liturgia. Il caro Lorenzo non ha trovato di meglio per far rappresentare la Sapienza alla “sua” Cattolica. Mi chiedo come mai una università si possa chiamare “Cattolica”. Per me contrasta con l'idea stessa di una università degli studi che in quanto tale dovrebbe essere necessariamente aconfessionale. Ma esistono forbiti intellettuali che hanno fatto ormai entrare nel lessico corrente i rapporti fra Fede e Ragione. Sono perciò possibili intitolazioni che ad una mente non illuninate dalla Fede paiono un controsenso.

domenica 3 febbraio 2008

Un’opinione che viene dal popolo in materia di aborto

Versione 1.0

Assisto impotente al parere di quattro Cattedratici che dicono la loro sulla faccenda dell’aborto, uno dei classici temi ideologici della gerarchia cattolica. Non mi mancano certo i miei privati e personali problemi, ma per fortuna non ho quelli di una donna che debba partorire o del suo coniuge che è la parte più vicina alla partoriente. Inoltre, mi intendo poco o nulla di problemi ginecologici. Ma in fondo non è che quando vado dal dentista io debba sapere ciò che sa il dentista. E quindi non è che ogni che debba partorire, oggi come nel remoto passato, debba sapere di biologia del feto ed embriologia. E allora? Si può avere un autonomo parere di fronte ai preti ed ai clericali che scalpitano?

Io penso di sì. Intanto bisogna escludere il magistero morale della chiesa cattolica, che potrebbe essere tollerabile finché riguarda i suoi fedeli praticanti. Diventa inaccettabile quando si trasforma in normativa vincolante per tutti. Credo che la soluzione sia dettata dal semplice buon senso, il quale dice che in tutta questa materia ed almeno fino a quando il bimbo non sia effettivamente nato ed abbia acquisità sembianza umana riconoscibile, quindi fino ad un giorno primo del tempo naturale previsto per la durata della gravidanza (nove mesi), fino a quel tempo dovrebbe essere competenti a decidere i la sola donna o entrambi i genitori. Il compito del medico dovrebbe essere quello del consulente che spiega le cose ai suoi pazienti, ai quali compete l’onere della decisione ultima.

Del resto, è totalmente inaccettabile il pregiudizio biologistico per il quale a nascere eticamente sarebbe un organismo totalmente svincolato dalla volontà dei suoi procreatori. Un meccanismo che si attiva come una bomba ad orologeria nel ventre della donna che non pià controllare l’innesco della bomba e la sua scansione del tempo. Mi sembra assolutamente barbarico questo modo di concepire la nascita delle “persone”. Io stesso non potrei ammettere nessun rapporto etico che i miei genitori se a presiedera alla mia nascita non vi fosse stato un concorso di volontà assolutamente orientato al mio nascere. Visto che si tenta di attribuire un’ipoteca volontà al nascituro da tutelare, credo che il suo principale interessa sia una nascità da volontà etica, non da incontro di spermatozoo con ovulo. Questa è una nascita puramente animale, non una nascita umana.

In realtà, l’impostazione biologistica non è eticamente orientata, ma corrisponde a scopi di controllo sociale e di predeterminazione dei ruoli sociali. Se a prevalere nella decisione di nascita la piena ed incondizionata libertà dei genitori ne verrebbe scardinato tutto l’ordine sociale attuale. Questo è l’interesse di fondo. È però difficile dichiararlo e renderlo a tutti consapevole.