martedì 3 luglio 2007

Resta ancora più diviso il Paese che fu diviso

Versione 1.1

Spero di contenere in poco spazio le riflessioni da me indotte dalle notizie del giorno relative alla situazione di quelle coppie che devono andare all’estero per poter fare legalmente ciò che in Italia è proibito da un’assurda ed incomprensibile ingerenza vaticana. Con la tecnica dell’astensione che si aggiungeva ad almeno un venticinque per cento di astensionismo fisiologico il clero cattolico italiano pensò di aver vinto la sua battaglia confessionale, addirittura attribuendosi per intero un 75 per cento di consensi, laddove vi era solamente in “ni”. Fu un episodio vergognoso che in molti non potranno dimenticare e che peserà in tutti i rapporti presenti e futuri, all’insegna dell’ostilità e della diffidenza. I partiti, cioè i candidati eletti che vanno a costituire la Casta, possono fare tutti i compromessi che credono, ma l’animo dei cittadini accumula ciò che poi esplodere con la violenza dei terremoti e dei vulcani. Io mi chiedo innanzitutto quale possa essere lo stato d’animo dei cittadini che si trovano ad essere penalizzati da una normativa iniqua, fatta passare dai governi “liberali” di centrodestra solo per compiacere ad un clero “illiberale”. È poco dire che mi vergogno di questi politici. Se potessi li punirei adeguatamente. Per quella non piccola parte di cittadini cui non è ascrivibile la responsabilità per la sofferenza di altri concittadini direi che è molto importante non dimenticare ciò che è successo con il famoso referendum, il cui istituto viene sabotato o eluso tutte le volte che ciò torna utile alla Casta, che in questo momento storico è la più grande della disgrazie d’Italia. Di essa occorre liberarsi al più presto se davvero si vuol dare corso a tutte quelle riforme di cui il Paese ha bisogno. Con questa gente, con questa infamia genia, non sortirà mai nulla di buono.

RASSEGNA STAMPA
(che non commento)


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domenica 1 luglio 2007

Un libro che avrei voluto scrivere io: R. Fletscher, “La conversione dell’Europa. Dal paganesimo al cristianesimo. 371-1386”.

Versione 1.0

Mi sono procurato un libro di cui intendo fare minuziosa lettura, quello di R. Fletcher sulla Conversione dell’Europa. Me ne ha consigliato la lettura in inglese uno dei relatori al recente convegno linguistico organizzato da mio cugino Paolo Martino su promozione della Conferenza episcopale. Il libro mi era però noto. Lo avevo ordinato per la biblioteca del mio dipartimento insieme a molti altri libri ancora da leggere. Non mi è piaciuto per nulla il convegno vaticano, anzi la serie dei 47 convegni, che ritengo costituisca un’operazione ideologica, una colossale impostura. I relatori si sono individualmente concentrati su aspetti minimi, su ricerche loro assegnate, che in ragione del loro somma del loro numero avrebbe dovuto fornire fondamento scientifico alle tesi dell’Episcopato cattolico, che vuole un’Europa tutta cristiana. L’Europa non è nata cristiana, ma lo è diventata attraverso un piano preordinato che ha abbracciato almeno un millennio di conversioni spesso forzata e violente. È una storia di potere terreno, poco religiosa e poco edificante. Non credo che ciò abbia arricchito l’Europa rispetto a come era prima. Penso al contrario che l’abbia impoverita. Riuscire a ricostruire senza falsità e trionfalismi un simile processo mi sembra un compito intellettuale estremamente affascinante. Come Richard Fletcher lo abbia fatto, in che misura gli sia riuscito, quanto altro ancora vi è da scoprire, cercherò di vederlo con una lettura la più attenta possibile, pur nella contestualità di tanti altri obblighi di studio e di lavoro. Al di là di ogni giudizio sul merito di un’opera che mi accingo a leggere, ciò che trovo in primo luogo interessante è l’ambito della ricerca, normalmente inquinato dalle pie intenzioni di quanti affrontano simili imprese, ma di cui non è difficile intuire veritò che nessuno ha mai voluto o potuto narrare e che si possono ormai solo intuire, più o meno fondatamente. Anzi direi che la ricerca storica possa solo scoprire indizi sfuggiti a chi deliberatamente ha inteso cancellare ogni traccia di un delitto consistito nell’estirpazione violenta e sistematica di ogni traccia delle antiche religioni e degli antichi dèi. Da modesto filosofo cercherò di immaginare tutto quello che non potrò apprendere con un lavoro minuzioso di ricerca e di scavo. Purtroppo, i filologi che potrebbero fornire i primi dati grezzi si sono messi per la maggior parte al servizio di quel cattolicesimo o cristianesimo che ha detronizzato gli antichi dèi, la cui nostalgia tuttavia avverto sempre più con l’avanzare degli anni.